Diario semi-serio di una mamma catapultata su Gemellandia. Tra lavoro, nani e (tentativi di) vita sociale.

lunedì 12 novembre 2012

La mattina



La nostra mattina inizia prestissimo e il tempo vola tra biberon, cambio di pannolini, igiene quotidiana, vestizione e inseguimenti vari. In un baleno giunge l'ora di uscire e ci si accorge che: la casa è ancora sottosopra, ai bambini mancano ancora le scarpe e... tu sei ancora in pigiama. Della possibilità di infilarti sotto la doccia, non si discute neanche. Se tutto va bene, si rimanda alla sera il breve momento di relax tanto agognato.


Una mattina della scorsa settimana mi sono svegliata con l'unico desiderio di buttarmi qualche minuto sotto il getto d'acqua calda. Ma come al solito avevo fatto di tutto, tranne quello che desideravo. Il Papi era già pronto ed era anche riuscito a completare la preparazione del nano grande che a sorte gli era capitato per le mani quella mattina. Il piccolo girava ancora per casa vestito a metà. E io dovevo ancora preparare la borsa. Ed ero, ovviamente, ancora in pigiama. Ho chiesto al Papi se poteva prendersi cura lui delle due pesti per 10 minuti perché volevo farmi la doccia. Ma lui mi ha risposto che era in ritardo al lavoro. E neanche lui era riuscito a farsi la doccia. Io però quella mattina dovevo. Non volevo rinunciarci proprio. E allora ho preso con me il microtwin e l'ho portato nella sua stanza, mentre il Papi e l'altro nano si trovavano in salone. L'ho piazzato sul tappetone della sua stanza, ho chiuso la porta che divide la zona giorno dalla zona notte. Ho sintonizzato il mio iPhone su Youtube e ho cercato una delle sue canzoni preferite. Volevo un gatto nero. Due minuti e trentanove secondi. Ce la potevo fare. Una doccia di quasi tre minuti sarebbe stata sufficiente. Tanto il nano piccolo se gli metti davanti un video o un libro non si muove. La sua capacità di concentrazione è illimitata, fino alla fine del libro/video.

Mi sono fiondata in bagno e mi sono goduta una doccia lampo. Ho chiuso il rubinetto proprio quando il nanetto è arrivato allungandomi l'iPhone dentro la vasca per segnalarmi che la canzone era finita. Per un pelo non l'ha mollato dentro la vasca. Nel frattempo è anche entrato il Papi recriminando il mio gioco sporco.

Alla fine eravamo tutti felici e contenti con solo 3 minuti di ritardo sul ritardo già (normalmente) accumulato.

Un paio di settimane fa non l'avrei potuto fare, adesso sono cresciuti e posso anche fare questo. Come la mia amica Elisa che per fare stare buone le sue gemelle e potersi infilare anche lei sotto la doccia rigenerante piazza il suo laptop sulla tavoloccia del wc e dà il via ai cartoni. Ecco, io ancora questo non lo posso fare perché temo in una brutta fine del computer. Però confido nel futuro. Prima o poi impareranno anche questo.

Non so se tutto ciò significa che per farli stare buoni li metterò davanti al tablet con i videogiochi al ristorante. Spero di no,  perché questa è una cosa che non ho mai tollerato nelle altre famiglie. Però forse anch'io sto prendendo la via dell'aceto.

3 commenti:

  1. A proposito di videogame a tavola, in vacanza i nostri vicini di tavolo al ristorante per 10 giorni sono stati gli strani componenti di una famiglia (ahime') tedesca con figli di direi 15 e piuomeno 12 anni che non abbiamo mai avuto l'onore di vedere in faccia, nascosta da un videogioco ininterrottamente. Per 9 cene mai una conversazione a tavola mai un commento magari sulle cittta che avevamo visitato di giorno. E vuoi mettere la moschea di casablanca con "il quadro" piu difficile del gioco?
    Tchüss
    Ale
    Ps. Ti stai chiedendo come si sono comportati i miei tre durante queste 9 cene (tra l'altro caratterizzate da un servizio un tantino lento quantificabile in circa 70 minuti???)?
    Benissimo, almeno cosi credo. Erano al baby club. :-)

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  2. Eccola, la mia amica espatriata! Come stai? Questa è telepatia perché ti avrei scritto in questi giorni. Che fine ha fatto il progetto del tuo blog expat? Io non vedo l'ora di leggerti. Und yetzt sprichst du Deutsch dann?

    Comunque. La verità è che devo chiederti consiglio più spesso sulla vita con i nani ;)

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  3. Eccoci, presente! Anche noi quest'estate siamo stati gli "strani componenti di una famiglia" che hanno dato in mano i rispettivi I-Phone ai figli, durante pranzi e cene in albergo... (vedi il mio post "Vademecum delle twins vacanze) che dire, nemmeno io avrei pensato di arrivare a tanto, eppure.. credo però che se i nostri vicini di tavolo abbiano potuto come noi godersi la vacanza, forse sia anche merito di questo piccola trovata! OK, non abbiamo parlato delle cose fatte e viste durante giorno, ma per quello abbiamo tutto il resto della giornata e gli altri 350 giorni dell'anno!

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