Diario semi-serio di una mamma catapultata su Gemellandia. Tra lavoro, nani e (tentativi di) vita sociale.

lunedì 15 aprile 2013

Sui mezzi pubblici


Mezzi pubblici, lesson namber uan: l'autobus. Voi che leggete e abitate in un posto civilizzato non potete capire quale grande avventura abbiamo affrontato, io, il papi e i gemelli sabato mattina. Prendere l'autobus nella mia città è un terno a lotto: aspetti senza sapere quando passa, infine arriva, ci sali su e ti chiedi chissà che giro faccia, infine scendi e incroci le dita pensando al ritorno. Zio Marchino al telefono prima che uscissimo ha detto al papi che noi ce le andiamo a cercare, le rogne. Sarà. Però è anche una lezione di civiltà, pensiamo. Ed è una piccola avventura insieme, anche.


Siamo usciti a piedi, tutti e quattro. Cioè, senza nessuna ruota, non ci siamo portati dietro neanche i passeggini, no no. Perché il tir doppio sarebbe stato improponibile, figurati a trovare un autobus con l'ingresso ampio, il gradino basso, senza ostacoli in mezzo. Mica siamo a Stoccolma, qui. Ma anche con i due singoli abbiamo preferito non avventurarci, che qui non si sa mai. A piedi, via, e caso mai le braccia allenate da 18 mesi reggeranno, speriamo.

Passeggiando verso la fermata, la moglie del venditore ambulante di olive in tutte le salse ci chiede: "ma sono gemelli?". "Si", dico io. "E chi è nato prima?". "Lui", rispondo educata, ma senza capire dove volesse arrivare. "E lui?" fa lei. "Dopo", io. Lei: "ahhh!". Io e il papi ci guardiamo sorridendo e cercando di capire cosa volesse dire.

In autobus una figata. I bambini seduti su di noi sono stati buonissimi, travolti dalla stupefacente novità del viaggio, dalla visuale della strada dall'alto, con tutti i motorini, le bici, i passanti lungo la strada e i marciapiedi. È durato poco, il nostro primo viaggio ma è stato meraviglioso.

Siamo scesi loro malgrado con la promessa di risalirci presto. Ci siamo seduti a un bar per una breve colazione. E quando dico seduti intendo che ci siamo seduti, tutti e quattro, sulle sedie da grandi, e ci siamo rimasti, seduti, per tutta la colazione, nelle sedie da grandi. I nani a mangiare la loro briochina, io il mio cornetto all'albicocca e il papi... beh, lui un doppio espresso e una krapfen fritta alla nutella, dice che soffriva un po' di astenia, sai com'è col caldo, dopo il viaggio.

È stata davvero una mattinata da incorniciare. Dall'autobus passeremo agli altri mezzi di locomozione, piano piano e saranno tutti una grande scoperta, se riusciremo a viverli così, come una strabiliante avventura!

E' iniziata l'era delle scoperte. Com'è vero che i bambini ci insegnano a vedere tutto con occhi diversi. Le grandi scoperte ce le trasmettono. E così impariamo anche noi a guardare il mondo con occhi diversi. E lo riscopriamo. Indubbiamente più emozionante.

6 commenti:

  1. Risposte
    1. già ripetuta, il giorno dopo! ormai siamo esperti di mezzi pubblici, noi!!! ;)

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  2. bellissimo (anche se faticoso), abito in centro a milano, non usiamo mai la macchina, solo mezzi, ti capisco benissimo!!!

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    1. si ma Milano è un'altra storia... ci ho vissuto alcuni anni. Gli autobus sai dove passano e quando. Tutta un'altra storia. Credimi quando scrivo che qui è davvero un'avventura!!!

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  3. io ogni volta che posso lo faccio e loro si divertono un mondo perché la vivono come una gita :)

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    1. adesso ci tocca sperimentare il prossimo mezzo di locomozione... dunque la lista potrebbe essere questa, come dice la mia Alter Ego, qui sul blog: traghetto/battello, poi treno, metropolitana, quad, moto, vespa, trattore, ruspa, scavatrice, idropulitrice, volante della polizia... e pare che anche lo scooter del postino abbia il suo fascino!

      che ho dimenticato?

      ;)

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